Cari concittadini,
anche quest’anno siamo prossimi al Natale e, come di consueto, mi accingo a far avere a tutti voi  il mio messaggio
di auguri.
Ho pensato tanto alle parole da scrivervi: in questi ultimi giorni  ho buttato giù diverse frasi, le ho lette, rilette e
poi, uno ad uno, ho cestinato tutti i fogli. Mi sembravano troppo freddi, convenzionali, fitti dei concetti che solitamente
vengono usati in questa occasione, e nessuno di essi rispecchiava il mio vero stato d’animo di questi momenti. E,
davanti ad ogni foglio bianco, continuavo a pensare a quante sono le cose che, in realtà, vorrei dirvi. Così ho preso
la decisione di lasciar perdere i formalismi e di usare soltanto le parole che sento dentro di me, con semplicità.
Questo è l’ultimo anno del mandato che tanti di voi mi hanno conferito con il loro voto di stima e di fiducia ed è
per questo che mi è sembrato giusto e doveroso fare una specie di consuntivo riguardo all’attività svolta nell’ultimo
quinquennio dall’Amministrazione che ho guidato, tema  su cui si basa la lunga intervista che troverete nelle
prossime pagine.
La fine dell’anno è, di consueto, tempo di bilanci, la fine di questo lo è per me in modo particolare. Sono stati
cinque anni veramente molto significativi, densi di tante cose. Di progetti, concretezze, entusiasmo ed emozioni.
Abbiamo  realizzato un programma importante, che ho portato avanti con convinzione ed al quale è stato dedicato
impegno, pazienza,  tempo e - credo di poterlo affermare al di là di ogni retorica - anche tanto amore. È questo il
concetto che ho espresso nella frase che conclude l’intervista di cui vi parlavo, la risposta ad una domanda alla
quale non avrei saputo replicare in modo diverso.
Oggi possiamo dire che tanti sono stati i nastri tagliati, ed ogni volta sono stato orgoglioso di poter dire che un’altra
promessa era stata mantenuta.
E soprattutto, posso dirvi con assoluta sincerità che l’esperienza che ho vissuto insieme a tutti voi e che ancora
sto vivendo, mi ha arricchito in modo inestimabile.
Fare il Sindaco mi ha permesso di calarmi nella realtà del mio paese in modo totale, assoluto. Perché - e chi mi
conosce lo sa bene - questo è l’unico modo in cui ho voluto ricoprire questo ruolo: con la gente, in mezzo alla
gente, stringendo tante mani, ascoltando tante storie e tanti problemi, partecipando il più possibile agli eventi della
nostra comunità, che sono fatti di cose liete e di inevitabili tristezze.
Una comunità dove esiste ancora una dimensione umana del vivere, dove c’è ancora posto per i valori e le tradizioni,
dove è bello camminare per strada e salutarsi, dove ci si ritrova ancora in piazza per chiacchierare, e dove chi
arriva - e negli ultimi anni sono stati tanti quelli che hanno scelto di vivere a Noceto - sta bene e riesce ad integrarsi.
E la mia mente non può, nella considerazione di quanto siamo fortunati a vivere qui, non correre a quelle realtà
nel mondo dove invece regnano violenza ed intolleranza, guerre e terrore, ove ogni ordine di pace e di convivenza
è stato sovvertito ed il valore della vita umana è ridotto al nulla. Porto ancora dentro, in maniera incancellabile,
i segni della recente esperienza del mio viaggio in Palestina, che ha segnato certamente una importante tappa del
mio percorso interiore.
L’impatto emotivo con questi luoghi dove si mescolano in modo inscindibile spiritualità e terrorismo, intolleranza
e fede, fanatismo e santità è stato – come ho già avuto occasione di testimoniare a tanti di voi – molto forte.
All’emozione di visitare i luoghi Santi e di conoscere i personaggi che ormai fanno parte della storia, si è affiancata
la consapevolezza di trovarmi in un paese di guerra, dove le popolazioni vivono ogni giorno il terrore e la precarietà.
E, con l’avvicinarsi di questo Natale, il mio pensiero corre spesso a loro, soprattutto ai bambini, ai ragazzi ai quali
abbiamo regalato – con le nostre partite di calcio – l’emozione e l’illusione di potersi ritagliare qualche momento
di serenità e di pace.
Perché serenità e pace sono diritti sacrosanti di cui tutti gli esseri umani dovrebbero essere titolari e che troppo
spesso nel mondo vengono oltraggiati. Viviamo, quindi, questo Natale con festosità ma senza mai dimenticare quei
valori cristiani di fratellanza, tolleranza  e spiritualità che sono la vera essenza di questo evento, con l’impegno
di testimoniarli quotidianamente attraverso le nostre azioni,  perché possiamo consegnare a quanti verranno dopo
di noi un mondo migliore, proprio quello che, legittimamente, sognano i bambini che, in questi ultimi giorni ho
incontrato  nelle nostre scuole.
Ed è da loro che ho avuto il regalo di Natale più caro: i loro sorrisi, gli  sguardi e le letterine che sono riuscite a
commuovermi ancora una volta per la loro spontaneità ed il loro affetto. E, con tutta umiltà, mi sento di poter dire
che, alla fine, colloco queste esperienze fra le cose importanti, perchè anch’esse mi testimoniano, come uomo e
come Sindaco, che è stato fatto un buon cammino.
Vogliate avere, a nome mio e dell’Amministrazione tutta, i più cari auguri di Buon Natale e di un sereno Anno
Nuovo.
E sarà bello salutare il 2004 in piazza, insieme a tutti voi.
Fabio Fecci
Sindaco di Noceto
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